Che il PISR Minoranze
Linguistiche sia lo strumento per ritrovare e rinsaldare l’unità geografica e
l’identità culturale dell’Area Grecanica.
E’ questo il mio auspicio poiché
è a mio modesto avviso l’obiettivo verso cui si deve tendere, anche alla luce
della difficilissima situazione politica ed istituzionale che l’Area sta
attraversando.
Mi auguro che tale fine sia
considerato “supremo” rispetto a tutto e nonostante capisca che in tempi di
magra ogni amministrazione cerchi di trarre il massimo vantaggio da una fonte
di finanziamento per il proprio Comune, sono certo che i miei “ex-colleghi”
sindaci interessati al PISR sapranno superare, come l’Area Grecanica ha
dimostrato di saper fare nella stagione del POR 2000-2006, i sentimenti
campanilistici, in favore di una visione generale dello sviluppo di area vasta.
In particolare credo sia
fondamentale porre l’accento sulla necessità di stare insieme, di fare “rete”,
e di “sostenere” anche quelle comunità che ad oggi non hanno rappresentanza
politica, per non disperdere quelle residue speranze di sopravvivenza dei
centri interni e di sviluppo e riqualificazione dei centri costieri.
Quattro Comuni su sedici
partecipanti al PISR minoranze linguistiche sono in amministrazione
straordinaria, tre dei quali squisitamente ellenofoni, quindi prioritariamente
interessati dal PISR. Spero si tenga conto di questo dato nella redazione del
progetto integrato e mi auguro che queste risorse, che certo non risolvono gli
atavici problemi dell’Area, possano risultare invece efficaci sul piano della
concertazione, della discussione, dell’unità fisica e del sostegno solidale tra
i Comuni, nella consapevolezza che le radici, le tradizioni e la lingua
grecanica sono il fattore unificante e trainante dello sviluppo locale.

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