lunedì 9 luglio 2007

...e della politica locale

Alcuni concetti dell'articolo precedente possono essere benissimo traslati alla politica locale.

Anche a livello locale, a livello preiferico, si registra una profonda crisi. Ma provando così, a caldo, a cercare una o più motivazioni a questa paralisi, certamente non possiamo non partire dal globale, senza però tralasciare o trascurare i rilevanti aspetti peculiari del nostro territorio e la sua cronica "macchinosità" a livello di strutture amministrative.

La classica frase dalla quale si parte, nel parlare di politica locale, è: "I partiti non esistono più". E la si pronuncia molto spesso come se questo fosse un problema marginale, o non lo fosse proprio. Io non credo che i partiti non esistano più. Credo che ci sia qualcosa di più profondo; penso che si siano trasformati in "comitati", in "cordate" che gonfiano e sgonfiano, a seconda degli interessi che vi ruotano attorno.

Quello che non esiste più, almeno in Calabria, è l'ideologia, la ragion d'essere di un partito, ciò che lo contraddistingueva da un altro...
Questo non esiste più. E quel che è peggio è che conseguentemente abbiamo assistito inermi all'appiattimento progressivo della società, di una società già inginocchiata che ora, mese dopo mese, sta continuando in maniera vorticosa a perdere terreno nei confronti delle altre regioni d'Europa.

Scendendo ancora uteriormente di scala, e soffermandoci alla realtà comprensoriale, si nota chiaramente come la cosa sia inversamente proporzionale: più piccolo è il territorio, più gravi sono le condizioni della politica.
I recenti "fatti" amministrativi accaduti a Melito di Porto Salvo, nonostante un dato elettorale eclatante, mai visto in una tornata per le amministrative, la dicono tutta sul modo di aggregarsi per vincere, non per amministrare...

D'altro canto chi oggi siede all'opposizione, non ha avuto, o l'ha espresso male, il carisma per convincere e la forza per sostenere una battaglia elettorale.

Ma la priorità per Melito non è oggi sparare a zero sull'amministrazione, esserne amica, o fare lo stesso sulla/e opposizione/i...
Va ricostruito un rapporto tra istituzioni e cittadini, va rimessa in moto la macchina politica. Attraverso tutte le forme di aggregazione, non solo attraverso i partiti, che come detto sono ormai famiglie, scatole vuote, simboli elettorali che nessuno sente propri ma che calza allorquando è in lizza.

Associazioni, parrocchie, volontariato, semplici gruppi di ragazzi...questi elementi possono concorrere al rilancio della politica locale ed a quella definizione di una nuova classe dirigente al passo con i tempi e che guardi a 360°.

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